domenica 21 giugno 2015

post post Efrem

Partiamo dalla fine, quindi dal fatto che di tutta questa tre giorni io mi porto un bel po’ di roba: on e off workshop! La parte on è tutto quello riguarda il dentro workshop; off è il contorno, il viaggio, la mia meravigliosa ospite al b&b.
I workshop mi destabilizzano! Solo quelli intelligenti e onesti. Mi grattano via la terra da sotto i piedi e mi obbligano ad un equilibrio nuovo. L’aspetto straordinario è che a perdersi nel baratro sotto di me ci sono quelle faccende di stereotipi, convinzioni, testardaggini. Allora ti accorgi che mentre cerchi di reggerti sulle punte, le sole cose che devi reggere con te sono leggére, decifrabili e assolutamente personali. Il workshop, intelligente e onesto, ti lava! E se hai di fronte uno che crede in ogni parola che dice, la centrifuga non può lasciare indenni.

Efrem Raimondi non è un personaggio/fotografo, di quelli che hanno la necessità di presentarsi in un certo modo, di stare dentro il quadrato del loro specchio delle mie brame per dimostrare l’appartenenza al circolo dei grandi. Efrem è una persona eccezionale che fa fotografie eccezionali! Trovo che la differenza con la prima categoria non sia un elemento tanto trascurabile. Parla schietto e mi piace. Scrive diretto e articolato e mi piace ancora di più. 
A conti fatti riparto con le dovute conferme, quelle che mi servivano. Incastro un altro tassello e a osservarlo alla giusta distanza il disegno prende sempre più forma. E per quello che mi riguarda ormai so che quel disegno sono io. Anche di questo Efrem ne è convinto: il ritratto all’altro è sempre un nostro ritratto! Allora faccio la mia prova del nove post workshop: se mi ha lavato e basta ne resto deluso; se ha funzionato bene deve mettere in moto le nuove domande.
E le domande arrivano. Questo mi basta per continuare a muovermi. 

Della parte on workshop un pensiero ai compagni di classe. A giochi finiti li rivedo come brave persone, non che non lo siano davvero. Ma la fotografia mi porta a pensare che se hanno scelto di stare lì, in quel contesto di formazione, è perché hanno dubbi e vogliono mettersi in gioco. L’alchimia funziona bene e la scelte delle coppie per la parte pratica ha quasi dell’incredibile per quanto è matematica. Da classe che si rispetti siamo anche andati in "gita" tutti insieme: Hiroshi Sugimoto al Foro Boario, lo spazio espositivo della Fondazione Fotografia Modena, è stato un fantastico regalo. (grazie Daniele!)


Ho accennato all’inizio al b&b che mi ha ospitato. Ho avuto questa fortuna, di incontrare Francesca, la mia ospite, proprio nei giorni in cui Efrem ci parlava del ritratto. Ho lasciato Modena dopo averle scattato delle foto, il mio personale ritratto a questa donna piena di arte ma anche di profonda  tristezza. Se ne avrò voglia magari un giorno ne riparlerò qui.


Per la memoria... qualche scatto durante la parte pratica e in coda il mio ritratto a Claudio, il gigante Claudio! ... compagno di banco, ci siamo ritratti a vicenda... un grande anche lui.









© Nicola Petrara.