lunedì 31 maggio 2010

Beati siano i filtri!

Due settimane fa, dopo aver fatto degli scatti ad uno spettacolo teatrale, è accaduto che la borsa con denro la macchina fotografica mi sia scivolata dalla spalla finendo sul marciapiede. Non ho dato importanza all'accaduto perché la botta non mi sembrava giustificare un qualsivoglia allarme. Quando sono rientrato a casa volevo scaricare la scheda e mettere al sicure i file. Prendendo la macchina ho sentito un suono di vetri rotti che non mi spiegavo. Ho realizzato in una frazione di secondo e con una lentezza assurda ho tolto il tappo dell'obiettivo. La lente del filtro era rotta in più punti e i cocci, incastrati nell'anello, cercavano una via di fuga. Mi sono seduto e credo di aver iniziato a parlare da solo. In realtà pregavo. Dovevo togliere i frammenti del filtro per vedere se anche la lente dell'obiettivo aveva subito danno. Per mia fortuna era intatta. Ho benedetto il filtro, che mi ha salvato un 24/70 serie L della canon. A distanza di due giorni mi aspettavano dei lavori importanti e sarei stato davvero in difficoltà in assenza della lente. Solo oggi, grazie all'aiuto di una amico orafo e dei suoi strumenti di precisione, siamo riusciti a rimuovere la ghiera del filtro che, deformata dal colpo ricevuto, non ho tentato di svitare da solo quella sera per timore di peggiorare la situazione. La settimana scorsa poi ho aiutato un mio amico fotografo durante un servizio matrimoniale e nel pomeriggio la sua lente ha dato forfait. Mentre lui malediceva divinità a me sconosciute mi sono ritrovato a pensare a cosa sarebbe successso se non ci fossi stato io, ma soprattutto se una cosa del genere fosse capitata a me e mi fossi trovato da solo.
Proteggere la propria attrezzatura è indispensabile, ma salvaguardarsi da eventi non controllabili dovrebbe essere prioritario. Per questa ragione ho munito le mie lenti di filtri sin dal loro acquisto e per i lavori importanti fuori sede non trascuro mai di portarmi, oltre ai due corpi macchina, anche una Powertshot che all'occorenza può salvarmi le penne da figuracce.
Beati siano i filtri!

mercoledì 12 maggio 2010

Sul perché usare Photoshop.



Photoshop è uno strumento magnifico, non un arma di distruzione di massa.
Quando fu inventata l'automobile nessuno, forse, pensava che potessero diventare potenziali strumenti di morte, come accade in caso di incidente. Lo stesso vale per il più importante strumento di fotoritocco. L'uso dal mio punto di vista è legittimo.
Mi è capitato spesso di sentirmi dire, davanti a delle mie fotografie, se per caso le avevo ritoccate. Che significa? A me non verrebbe mai di dire ad una donna che mi sta difronte e che trovo piacevole se prima di uscire si è truccata. Non ha senso. Mi piace quel risultato che ho difronte in quel momento. Stessa cosa per la foto: se mi piace ha davvero importanza che sia stata ritoccata o no. Non voglio entrare nello specifico della fotogiornalismo, quello è un settore a parte. Ma tutto il testo può starci.
Ho conosciuto persone che pur di non usare photoshop hanno archiviato migliaia di file in hard disk che nessuno vedrà mai, per cosa poi, per sentirsi dire, se capita, di aver scattato la foto perfetta senza ritoccarla. ma per favore! A queste persone mi verrebbe da rispondere se sono mai stati o se sanno come si lavorava in camera oscura. Quello che fa oggi photoshop lo si faceva prima con la pellicola, solo che oggi si ha uno strumento più potente. La mascheratura, le curve, i viraggi, le vignettature e persino i ritocchi minuziosi sul negativo fatti da mani precise e scrupolose erano una consuetudine. Ammetto che possono esserci dei limiti, i limiti del buongusto, che spesso si fanno passare per creatività o arte.
Una cosa che non riesco più a sopportare ad esempio è vedere la pelle delle donne come delle bambole. Fossero le immagini di Oleg Duo o Christophe Gilbert o altri artisti, tanto di cappello, ma basta col rendere la pelle di marmo sempre e a chiunque. E a proposito di questo, se davvero volete ritoccare un viso e lasciare la sensazione di naturale bellezza, cercate di non cancellare i pori. Un altro tipo di foto di cui non ne posso più è vedere ritratti in bianco e nero con i soli occhi lasciati a colori: qualche anno fa era bello, ora lo può fare pure mio nipote ed è straordinario quanto i fuochi d'artificio ad una festa di matrimonio. Per chi poi ama scontornare l'immagine della propria fidanzata e inserirla su una spiaggia paradisiaca, o chi utilizza tre o più filtri in ordine casuale e vediamo quello che esce (tipo acquerello, solarizza, texture, gradienti), o ancora chi non sapendo di quali colori sono fatte le cose gli danno una personale identità, a queste persone mi viene da dire che se siete arrivati fino a questo punto allora potete fare molto molto di più.